Giotto, San Francesco riceve le stigmate, affresco, 1330-1335 ca., Firenze, Basilica di Santa Croce

Giotto

Anno di nascita: 1265 - Anno di morte: 1337

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Biografia

La figura di Giotto è diventata il simbolo di un rinnovamento profondo nella storia della civilità figurativa occidentale, il primo rinnovamento radicale dopo l'antichità .

Sotto questa luce appariva già ai suoi contemporanei, fra i quali Giovanni Boccaccio il quale, nel suo Decameron, ne elogiò l'ingengno «di tanta eccellenza, che niuna cosa dá la natura, madre di tutte le cose [...] che egli con lo stile e con la penna o col pennello non dipignesse sí simile a quella, che non simile, anzi piú tosto dessa paresse [...]» .

Giotto nacque verso il 1265 forse – come vuole la tradizione - a Vespignano del Mugello (oggi frazione di Vicchio, presso Firenze); il pittore dovette essere già attivo prima dell'ultimo decennio del Duecento, epoca in cui fu attivo insieme a Cimabue nella decorazione della basilica superiore di San Francesco ad Assisi e dove realizzò, insieme a collaboratori, le Storie di San Francesco lungo le pareti della navata: qui gli affreschi sono concepiti come se fossero incorniciati dall'architettura stessa della chiesa sulla quale si aprono dei vani che permettono di vedere le scene dipinte e dove gli oggetti, al pari delle le figure, sono rappresentati come ci appaiono nella realtà .

Questa straordinaria capacità realistica è presente in tutte le opere successive come il grande Crocifisso dipinto per Santa Maria Novella, quello realizzato durante il soggiorno a Rimini e conservato nel Tempio Malatestiano,agli affreschi realizzati per la cappella Scrovegni a Padova (1303-1305) e la Madonna in maestà eseguita, sempre in questi anni, per la chiesa fiorentina di Ognissanti: rispetto ad Assisi la stesura pittorica si fa più densa e morbida e più ampi i volumi delle figure la cui gestualità pare ricalcare la solennità di certe sculture antiche .

Tale naturalezza e monumentalità si fa ancora più evidente nelle opere della maturità dove Giotto dove le ombre, che conferiscono verità alle sue figure, sono intrise di un colore sempre più prezioso: risalgono a questi anni gli affreschi per la cappella della Maddalena nella basilica inferiore dei San Francesco ad Assisi e quelli, purtroppo assai danneggiati, eseguiti per la Cappella Peruzzi in Santa Croce (1310-1316 ca.) .

Nelle opere degli anni successivi la ricchezza cromatica e le sottigliezze naturalistiche del chiaroscuro si accompagnano ad una nuova sensibilità nella resa delle figure dove i corpi snelli e l'eleganza nel drappeggio dei panni denunciano da parte di Giotto un accostamento alla sensibilità gotica espressa da Simone Martini: esempio di questa nuova tendenza sono gli affreschi per la capella Bardi nella basilica di Santa Croce di Firenze che dovettero precedere di non molti anni quelli più tardi realizzati dal maestro, ma terminati dalla bottega dopo la sua morte (1337) nella cappella del palazzo del Bargello .

A sottolineare le grandi capacità di Giotto è, sempre di questi anni, la prestigiosa commissione del progetto per il campanile della cattedrale fiorentina .

Bibliografia specifica: Bellosi, 1981; Boskovits, 2001