Augusto Passaglia, Monumento a Giovanni Boccaccio (1878-1879), Certaldo, Piazza G.Boccaccio

Giovanni Boccaccio

Anno di nascita: 1313 - Anno di morte: 1375

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Biografia

Giovanni Boccaccio nacque fra il giugno e il luglio del 1313 a Certaldo o a Firenze, anche se, quando dichiara la propria origine, si dichiara sempre “de Certaldo”, indicando in tal modo il luogo natale del padre e della famiglia .

Nato fuori dal matrimonio (della madre niente sappiamo), fu riconosciuto e allevato dal padre, il mercante Boccaccio di Chiellino .

Dopo una prima formazione scolastica a Firenze, sotto Giovanni Mazzuoli daStrada, nel 1327, a 14 anni, si trasferì a Napoli, seguendo il padre che era agente della potente compagnia dei Bardi, e Napoli rimase per tutti gli anni della giovinezza e prima maturità, fino al 1340 .

Introdotto alla corte del re Roberto d’Angiò, di cui il padre dal 1328 fu consigliere, venne in contatto con una cultura cosmopolita, alta e varia (dalla poesia cortese cara agli Angioini, in lingua d’oc e d’oil, allo Studium giuridico), in cui maturò una tenacissima vocazione verso l’attività letteraria, contro cui inutilmente cozzarono le aspettative paterne, che l’aveva prima indirizzato alla mercatura, poi allo studio del diritto canonico .

Nella cerchia napoletana degli amici e corrispondenti del Petrarca (riunita intorno a Dionigi da Borgo San Sepolcro) probabilmente si definì quel culto verso Petrarca (poi trasformatosi in conoscenza diretta e amicizia) che caratterizzò tutta la vita di Boccaccio (un primo tentativo di contatto epistolare risale al 1339) .

La conoscenza di dotti quali l’astronomo Andalò del Negro, Paolo da Perugia e il monaco calabrese Barlaam, primo tramite verso la cultura greca, la ricchezza delle biblioteche presenti in città sono testimoniate da un grande zibaldone autografo, ora smembrato in due volumi (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, pluteo 29.8 e 33.31), in cui Boccaccio copiò numerose opere latine che veniva studiando, affiancandole con i suoi primi esperimenti letterari in latino, quali l’Elegia di Costanza e l’Allegoria mitologica (databili alla fine del periodo napoletano) .

Contemporaneamente sul versante volgare le prime sperimentazioni letterarie sono rappresentate dal Filocolo, il Filostrato e la Caccia di Diana .

Verso la fine del 1340, in conseguenza del dissesto finanziario della compagnia dei Bardi e del mutato clima politico fra Firenze e Roberto d’Angiò, Boccaccio dovette tornare nella città della sua infanzia, che inizialmente gli parve povera di attrattive rispetto a Napoli .

Seguirono alcuni anni di lenta acquisizione dei valori culturali e civili fiorentini, testimoniata dalle opere del decennio 1341-1350, che culminano con la prima stesura del Decameron, l’opera per la quale Boccaccio è universalmente noto .

Nel Decameron, come è stato scritto, è rappresentata la “commedia umana” della società comunale: essa è restituita in quella immagine vitale, dinamica, che da almeno un secolo caratterizzava Firenze e le più attive città toscane, cioè nella straordinaria vicenda di un ceto mercantile che era andato alla conquista dell’Europa e dei paesi del Mediterraneo .

Attraverso le novelle delle dieci giornate si delinea un itinerario ideale che va dal biasimo dei vizi alla esaltazione della virtù, passando attraverso le prove imposte dalle grandi forze che muovono il mondo, soprattutto fortuna, amore, ingegno .

Dagli anni ’50, nella Firenze che si rifioriva dopo la peste, il ruolo di Boccaccio, la sua funzione di intellettuale, si allarga e in parte cambia di natura .

In primo luogo si possono segnalare gli incarichi elettivi presso i pubblici uffici e le numerose e importanti ambascerie che lo porteranno in Romagna, nel Tirolo, ad Avignone, nel regno napoletano, in Lombardia .

Con questa attività Boccaccio si inserisce in una illustre tradizione civica fiorentina, che aveva già visto importanti figure di letterati assumere incarichi politici e rappresentare la città all’esterno .

Il rapporto sempre più intenso con il dottissimo Petrarca, allora acclamato nell’intera Europa, il lavoro sempre più serrato sulla cultura e sulla tradizione classica finiscono per assolvere, nel circolo dei dotti che si riuniva intorno a Boccaccio, e che troverà infine ospitalità presso gli agostiniani di Santo Spirito, una funzione che travalica l’orizzonte (pure importantissimo) di restauro della civiltà classica, per ricoprire anche una funzione civile, nella prospettiva di una Firenze come centro di una rinnovata e più ampia cultura, saldamente bilingue (volgare e latina), ma non ignara delle prime aperture al mondo greco (Boccaccio chiamò a Firenze e ospitò presso di sé Leonzio Pilato, che insegnò greco allo Studio e tradusse Omero e Euripide) .

Un'altra direzione in cui si dispiega la passione per la sacra poesia, chiaramente innervata dei valori civici cittadini, si realizza nella trascrizione ordinata, oggi diremmo nell’edizione, di opere in volgare di Dante, munite di tutti gli opportuni testi di corredo .

Boccaccio copiò più volte (si ipotizza almeno 4) la Commedia e altri testi danteschi e tre codici di questa immane fatica sono conservati (uno di essi comprende anche Petrarca e Cavalcanti) .

La biografia denominata Trattatello in laude di Dante, così come l’incarico di leggere Dante ricevuto dal Comune di Firenze nel 1373 vanno nella direzione di un ideale panteon cittadino di uomini illustri, a cui Boccaccio stesso, non ignaro del suo valore, probabilmente sperava di aggregarsi .

Una cultura umanistica e civica che oggi, per noi, acquista maggiore leggibilità se iscritta nella prospettiva dell’attività letteraria e politica di colui che a Firenze accolse e sviluppò l’umanesimo boccacciano, il teorizzatore della Florentina libertas, il cancelliere della repubblica Coluccio Salutati .

Dal 1341 al 1375, anno della morte che lo colse nella sua casa di Certaldo, Boccaccio visse prevalentemente a Firenze, eccetto brevi periodi in cui cercò sistemazione altrove (la Romagna, Napoli); dopo il 1361 divennero più frequenti ed estesi i soggiorni a Certaldo, dove si ritirò definitivamente nel 1373, quando la salute declinava rapidamente .

Nei versi latini che compose per la sua tomba: «Hac sub mole iacent cineres ac ossa Iohannis, / Mens sedet ante Deum meritis ornata laborum / Mortalis vite; genitor Boccaccius illi, / Patria Certaldum, studium fuit alma poesis» (Sotto questo sasso giacciono le ceneri e le ossa di Giovanni, la mente siede davanti a Dio, fatta bella dalle sofferenze della vita mortale; padre gli fu Boccaccio, patria Certaldo, amore l’alma poesia) sono messi in evidenza gli aspetti fondamentali di una vita, le difficoltà dell’esistenza (labores) e la passione esclusiva (studium) per la poesia .

Bibliografia specifica Zamponi, 2017

Eventi - La storia di Certaldo

1313
1349

1313 - Nasce Giovanni Boccaccio

1313: nasce Giovanni Boccaccio Giovanni nasce all’inizio dell’estate del 1313, probabilmente a Firenze da Boccaccio di Chellino e da madre ignota. Le varie supposizioni a carattere specificatamente letterario che lo vogliono nato a Parigi, dove il padre, agente della potente compagnia mercantile fiorentina dei Bardi, si trovava tra il 1310 e il 1313, o a Certaldo, paese della famiglia, sono state confutate dai più recenti studi critici sia sui testi giovanili che sulle testimonianze dei contemporanei. Bibliografia specifica https://www.enteboccaccio.it/s/ente-boccaccio/page/boccaccio-biografia

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