
Anno di nascita: 1421 - Anno di morte: 1497
«Costui fu discepolo dello Angelico fra Giovanni, et a ragione amato da lui, e da chi lo conobbe tenuto pratico di grandissima invenzione, e molto copioso negli animali, nelle prospettive, ne’ paesi e negli ornamenti.
Fece tanto lavoro nella età sua, che e’ mostrò non essersi molto curato d’altri diletti; et ancora che e’ non fusse molto eccellente a comparazione di molti che lo avanzarono di disegno, superò nientedimeno col tanto fare tutti gli altri della età sua, perché in tanta moltitudine di opere gli vennero fatte pure delle buone» (Giorgio Vasari, Le vite, 1568).
Nato a Firenze intorno al 1420, figlio di Lese (Alessio) di Sandro, fu chiamato Benozzo Gozzoli per la prima volta dal Vasari nella seconda edizione (1568) delle Vite e non si sa con quale giustificazione.
Il nome Gozzoli non appare mai, infatti, né in documenti relativi al pittore, né in alcuna sua opera firmata.
Nonostante la maggior parte della sua attività si sia svolta in Toscana, Benozzo ebbe un lungo periodo di lavoro lontano dalla sua patria proprio nella fase in cui raggiunse l'autonomia professionale, soggiornado per oltre un decennio (1447- 1459) fra Roma, il lazio e l'Umbria, realizzando molte importanti poere sia su tavola che in affresco.
L'affresco e la pittura murale furono i media in cui Benozzo si espresse con maggiore compiutezza e con maggiore frequenza, quelli per i quali ottenne maggiori riconoscimenti.
La sua formazione avvenne a stretto contatto con uno fra i più importanti pittori del primo Rinascimento, fra' Giovanni da Fiesole noto come il Beato Angelico, con il quale collaborò poco più che diciassettenne in occasione della decorazione ad affresco del convento dei Domenica riformati di San Marco a Firenze (1438-1439 e 1443-1444).
Il 1444 è anche l'anno in cui Benozzo stringe un contratto con l'orafo e scultore Lorenzo Ghiberti impegnato in quegli anni nella realizzazione della Porta del Paradiso per il Battistero di Firenze: questa collaborazione che lo vede impegnato in una prestigiosissima impresa di scultura e oreficeria ci fa capire quanto complessa fosse la formazione degli artisti e quanto ampio il ventaglio delle competenze in loro possesso.
Ormai noto e autonomo «maestro dipintore» nel 1459 Benozzo ottiene il prestigioso incarico della decorazione della cappella privata nel nuovo palazzo dei Medici in via Larga (oggi Palazzo Medici – Riccardi): i Medici avevano già sperimentato il suo lavoro nell'impresa del convento di San Marco dove, tra le altre pitture, Benozzo aveva condotto in prima persona l'affrescatura della cella e anticella di Cosimo, finanziatore dei lavori.
La fama di «optimo maestro [...] in muro» lo portò nuovamente fuori da Firenze a dar vita a nuove e importanti decorazioni in affresco.
Nel 1464 è a San Gimignano insieme ai propri collaboratori, impegnato nella dipintura delle Storie di Sant'Agostino per la cappella maggiore della chiesa degli agostiniani.
San Gimignano e la Valdelsa divennero per anni il teatro della sua attività: è in questo frangente che cadrà anche l'affrescatura del Tabernacolo dei Giustiziati di Certaldo cui fecero seguito la dipintura di due tabernacoli per Castelfiorentino, quello della Madonna della Tosse (1484) e quello più tardo detto della Visitazione (1491).
Fu certamente la sua fama di ottimo maestro in affresco che lo portò ad ottenere l'importante e prestigiosa commissione degli affreschi per il Camposanto di Pisa dove condusse, fra il 1468 e il 1484 le Storie dell'Antico Testamento (parete Nord), impresa starordinaria che gli meritò l'ammirazione dei contemporanei e, un secolo più tardi, dello stesso Giorgio Vasari.
All'inzio degli anni Novanta Benozzo si trasferì a Pistoia dove era stato incaricato di affrescare la sala consiliare del Palazzo comunale: qui, colpito probabilmente dal morbo della peste, si spense il 4 ottobre 1497.
Bibliografia specifica: Padoa Rizzo, 1997, pp. 13-17